Roma: Berlusconi ci riprova con Bertolaso

QUELSI

Roma, 12 febbraio 2016

Il pressing di Silvio Berlusconi è sempre più forte ed è ripartito con certosina insistenza nelle ultime 72 ore.

Una manifestazione di stima umana e considerazione professionale che sta facendo vacillare Guido Bertolaso in merito alla possibile candidatura a sindaco di Roma. L’ex direttore del Dipartimento della Protezione Civile si trova a Londra dove sta seguendo l’evoluzione clinica della nipote. Se il quadro sanitario migliorasse potrebbe ripensarci e accettare, ma finora il via libera non è arrivato. La risposta ad Arcore è attesa entro 24 ore. Dopo il passo indietro di Rita Dalla Chiesa, Berlusconi ha preso in mano la situazione e si è adoperato in una faticosa opera di mediazione con Giorgia Meloni e Matteo Salvini per superare lo stallo. «Il mio candidato è Guido Bertolaso», ha ripetuto agli alleati. Martedì scorso ha telefonato all’ex direttore del Dipartimento della Protezione Civile tornando alla carica e invitandolo a ripensarci sul «no» pronunciato la settimana scorsa.

Bertolaso si è detto onorato per l’attenzione ma ha chiesto qualche giorno per rifletterci, ha ribadito di dover fare i conti con i noti problemi familiari di cui lui stesso ha parlato e ha anche aggiunto che in ogni caso sul suo nome deve esserci vera convergenza da parte di tutta la coalizione. All’opera di convincimento sta contribuendo anche Marcello Fiori, oggi coordinatore Enti Locali di Forza Italia, ieri braccio destro di Bertolaso alla Protezione Civile. Berlusconi ha sottoposto agli alleati la necessità di convergere su un uomo proveniente dalla società civile, di provata esperienza sul campo e a cui si deve il miracolo delle New Town costruite in tempo record per gli sfollati dell’Aquila.

Salvini ha concesso un parziale via libera su Bertolaso, pur essendo convinto che scommettendo sul suo nome si rischia di esporsi a una campagna fatta di colpi bassi, a causa del procedimento penale ancora aperto ai suoi danni. Giorgia Meloni, invece, è tornata a chiedere con forza di procedere alla scelta del candidato per il Campidoglio attraverso lo strumento delle primarie. In subordine potrebbe accettare Bertolaso, ma solo a condizione che il suo nome non rappresenti un cavallo di Troia per convergere poi su Alfio Marchini. Berlusconi ha anche avuto un faccia a faccia con Francesco Storace che avrebbe offerto la sua disponibilità a ritirare la sua candidatura e lavorare su una figura unitaria per il bene di Roma.

In realtà dentro Forza Italia, ma anche nella Lega, non mancano coloro che continuano a perorare la causa dell’immobiliarista romano. Maurizio Gasparri, ad esempio, invita a «evitare di andare a una sconfitta sicura con due candidati. Fermo restando che sono rispettabili tutti i candidati di bandiera, compreso Fabio Rampelli». L’appoggio del centrodestra a Marchini non può essere ancora del tutto escluso, anche se a quel punto risulterebbe quasi impossibile l’alleanza con Fratelli d’Italia. Inoltre Giorgia Meloni ha chiarito che «se la compattezza della coalizione salta in una città, non è detto che tenga nelle altre». E Berlusconi non intende rompere l’unità del centrodestra. La situazione, insomma, resta in movimento. Bisognerà attendere il fine settimana per avere un quadro più chiaro.